Loggia dei Vini | Restauro
A conclusione del primo intervento di restauro, riapre al pubblico la Loggia dei Vini a Villa Borghese, originale ed elegante architettura a pianta ovale impreziosita da decorazioni e affreschi, edificata tra il 1609 e il 1618 per volontà del cardinale Scipione Borghese e utilizzata per riunioni e feste conviviali durante il periodo estivo.
La Loggia dei Vini fa parte di un complesso architettonico che comprende anche la sottostante grotta, destinata alla conservazione dei vini e collegata al Casino Nobile di Villa Borghese attraverso un passaggio sotterraneo. Da tempo chiusa al pubblico, dopo alcuni interventi compiuti nel corso del Novecento, la Loggia torna ora a rivivere al termine del primo dei tre lotti di restauro che ha interessato la volta interna, con le cornici in stucco e l’affresco centrale - realizzato dal pittore Archita Ricci e raffigurante Il Convito degli dei - i pilastri, danneggiati da infiltrazioni d’acqua e le scale d’accesso.
“Dopo il Giardino delle Erme, inauguriamo oggi un altro prestigioso spazio a Villa Borghese, la Loggia dei Vini, che torna a essere aperta al pubblico dopo un intervento di restauro realizzato grazie a una donazione di Ghella e con la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina", ha dichiarato l'Assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor. "Questo - ha aggiunto - è un importante tassello della riqualificazione del nostro patrimonio storico e artistico, in cui l’arte contemporanea si affianca al restauro di uno spazio pubblico. Con questa riapertura portiamo avanti due delle principali missioni culturali che Roma Capitale ha perseguito con questa amministrazione: la valorizzazione dei luoghi e la promozione culturale”, ha concluso Gotor.
Il restauro, realizzato grazie a una donazione di Ghella, con la cura scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è effettuato da R.O.M.A. Consorzio. I prossimi due interventi saranno dedicati alla restituzione degli intonaci dei pilastri interni e della parte esterna dell’edificio, al ripristino dell’emiciclo e della sua pavimentazione in cotto.
Crediti fotografici Daniele Molajoli, Paolo Fusco